Le prime tracce umane alla Bordeghina risalgono all'età del Bronzo. Recenti ricerche eseguite dal Gruppo Archeologico di Villadose, hanno portato a scoprire, a circa un km dalla casa, un sito dell'età del Bronzo (probabile villaggio su palafitte) risalente a circa 3600 anni fa e numerosi siti romani di età repubblicana e imperiale. Uno di questi è situato proprio nel terreno della Bordeghina e presenta i resti di una villa romana e un secondo insediamento attivo in età bizantina.
Il territorio di Pontecchio assume la sua forma attuale con la bonifica fatta dagli Estensi signori di Ferrara alla fine del '400. Nel 1560, come documentato da una antica carta, la tenuta era già di proprietà della famiglia veneziana dei Grimani e la casa presentava una struttura in canne e paglia come successivamente confermato nel catastico del 1615 in cui si parla di: "Ill. mo Piero Grimani tiene nel fondo una casa di cana, coperta a coppi, da lavorador, con tezza di paglia e tezzolla della stessa con forno, corte et horto". In questo documento si scopre anche l'origine del nome Bordeghina, derivante da un certo Bordeghin, fittavolo dei Grimani.
Nel catastico del 1775, troviamo invece una rappresentazione grafica della casa, sempre appartenente alla famiglia Grimani: si tratta di una casa in muratura e non più di canne come nel 1615, con stalla e fienile.
La casa assume la sua forma attuale dopo una ristrutturazione ottocentesca in cui viene aggiunto il piano del granaio e si costruisce la cantina per il vino.
L'ultimo recupero è avvenuto dal 1996 al 2000 da parte del proprietario Enrico Maragno. I Maragno occupano la tenuta dall'inizio del '900 dapprima come fittavoli e poi come proprietari. L'acquisto è stato reso possibile grazie all'attività estrattiva del metano, che i Maragno hanno praticato fra i primi in Polesine a partire dagli anni '50.
Nel giardino esisteva un pozzo domestico per l'estrazione del metano, attivo dal 1925, che riforniva l'abitazione di gas per la cottura dei cibi e per l'illuminazione notturna. Nell'abitazione anche dopo la recente ristrutturazione, sono stati conservati vari lampadari dell'impianto interno di illuminazione a gas ed è esposta una copia della concessione per l'estrazione del metano dal pozzo domestico, rilasciata nel 1926.
La Casa
Bordeghina è una casa padronale del 1800, su due piani con granaio inserita in un’ampia corte agricola di circa due ettari, posta a circa 2 km dagli argini del fiume Po.
Sala biliardo
Nella casa si entra da un ampio salone dove vengono servite le colazioni.
Da qui si passa nella sala biliardo dotata di TV, di un bel caminetto e di una piccola cucina per preparare un caffè
Le camere
Al primo piano si trovano le camere da letto con vista sulla campagna. Ristrutturate nel 2000 hanno conservato l’originale stile antico.
Le camere da letto sono ampie, con bagno privato, TV e aria condizionata. La casa è dotata di impianto di riscaldamento a gas.
Museo contadino
Nel granaio all’ultimo piano è possibile visitare un piccolo museo della civiltà contadina che raccoglie oggetti della vita domestica e attrezzi agricoli usati dall’inizio del XX secolo e inoltre la ricostruzione di una cucina e di una camera da letto.
La casa è circondata da fabbricati che testimoniano il passato agricolo della fattoria come la vecchia cantina e la stalla col fienile risalenti al 1800.
Nella vecchia stalla vengono ospitate mostre di pittura o di fotografia.
La meridiana
La facciata sud della Bordeghina è ornata da una bella meridiana progettata dal prof. Enzo Bellettato e realizzata dalla pittrice Giulia Zuolo. Su due distinti quadranti, sono indicate l’ora italiana convenzionale o etnea e l’ora locale della casa che si scosta di circa un quarto d’ora dall’ora italiana. I soggetti dipinti rappresentano le quattro stagioni e le quattro età della vita. Il motto sottostante è un invito ad agire.